MONSUMMANO. Un paio di jeans scuri, una maglietta bianca, una chitarra acustica sulle spalle: lo ricordano così mentre dalla piazza Giusti di Monsummano andava a piedi, sotto il sole, fino al calzaturificio Fiorella, al confine con Pieve a Nievole. Incuriosiva la sua andatura dinoccolata, il suo sguardo comunicativo. Si vedeva lontano un miglio che era straniero. Questo ragazzo acqua e sapone di Brixton, quartiere povero nel sud-ovest di Londra, che non spiccicava una parola in italiano, si chiamava David Robert Jones. Ma il suo nome d'arte era David Bowie.
Era arrivato a Monsummano per partecipare al primo Festival Internazionale, un concorso canoro organizzato dal circolo culturale "Giuseppe Giusti" e dall'Oscar di Malta, organizzazione che aveva già allestito festival musicali nell'isola. A Londra, 20 giorni prima, aveva appena concluso la registrazione ufficiale di"Space Oddity", un Lp che s'ispirava al capolavoro di Stanley Kubrick "2OO1 odissea nello spazio". Il disco era stato accolto tiepidamente dagli inglesi. Bowie aveva 22 anni. Era appena agli inizi. Di Monsummano non sapeva nulla, solo che era la città che aveva dato i natali a Ivo Livi (in arte Yves Montand) e che qui si fabbricavano scarpe. Buone scarpe. Fu ingaggiato dai Maltesi - per cui aveva cantato pochi mesi prima - che ancora suonava nei locali, in piena epoca della contestazione giovanile. Erano gli anni in cui lavorava, non senza difficoltà, per la casa discografica Kenneth Pitt ltd di Londra. Sperimentava canzoni. Timido, un po' spaesato, arrivò nella città delle scarpe, nell'estate torrida del '69 per presentare "When I Live My Dream". Gli organizzatori del concorso di lui sapevano pochissimo.
Era arrivato a Monsummano per partecipare al primo Festival Internazionale, un concorso canoro organizzato dal circolo culturale "Giuseppe Giusti" e dall'Oscar di Malta, organizzazione che aveva già allestito festival musicali nell'isola. A Londra, 20 giorni prima, aveva appena concluso la registrazione ufficiale di"Space Oddity", un Lp che s'ispirava al capolavoro di Stanley Kubrick "2OO1 odissea nello spazio". Il disco era stato accolto tiepidamente dagli inglesi. Bowie aveva 22 anni. Era appena agli inizi. Di Monsummano non sapeva nulla, solo che era la città che aveva dato i natali a Ivo Livi (in arte Yves Montand) e che qui si fabbricavano scarpe. Buone scarpe. Fu ingaggiato dai Maltesi - per cui aveva cantato pochi mesi prima - che ancora suonava nei locali, in piena epoca della contestazione giovanile. Erano gli anni in cui lavorava, non senza difficoltà, per la casa discografica Kenneth Pitt ltd di Londra. Sperimentava canzoni. Timido, un po' spaesato, arrivò nella città delle scarpe, nell'estate torrida del '69 per presentare "When I Live My Dream". Gli organizzatori del concorso di lui sapevano pochissimo.